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VALLE DEL METAURO

Itinerario attraverso l'intera valle del Metauro, partendo da Fano e raggiungendo, con più di una deviazione, i principali castelli disposti lungo i crinali dei colli che fiancheggiano il basso corso fluviale e i centri maggiori della media e alta valle.

Capolinea della valle del Metauro è Fano, l'antica Fanum Fortunae con il suo centro storico ricco di monumenti: dall'epoca romana al medioevo, dal periodo rinascimentale all'età barocca. A Fano, proveniente da Roma, la via Flaminia giungeva (e giunge ancora) al mare, oggi in parallelo con la moderna superstrada che consente un veloce tragitto alternativo fino a Fossombrone (25 km) e oltre (bivio di Calmazzo), dove la stessa volge a nord-ovest per interrompersi in territorio urbinate e confluire nella strada statale che, seguendo l'alta valle del Metauro, giunge al passo appenninico di Bocca Trabaria (m. 1044) per passare in Toscana e scendere a Sansepolcro. A Calmazzo, quindi, il tragitto della superstrada si allontana da quello della Flaminia che, risalendo la valle del Candigliano, supera in galleria il passo del Furlo e prosegue in direzione di Acqualagna, Cagli e Cantiano per giungere a sua volta al passo della Scheggia (m.632). Riprendendo il percorso da Fano, prima tappa del viaggio può essere la frazione di Calcinelli (13.4 km) dove si incontra il quadrivio che consente di effettuare due suggestivi percorsi collinari fra i borghi e i castelli del basso Metauro. Il primo, corrispondente al versante settentrionale del fiume, conduce a Saltara (m. 160), grazioso paesotto dominato dall'imponente mole scarpata della cinta muraria che racchiude l'antico castello, per proseguire poi in salita, fra il verde delle viti e l'argento degli ulivi, fino a Cartoceto (m. 235) con il suo caratteristico nucleo di antiche case disposte a ventaglio sulle pendici del colle dominato dall'ottocentesca collegiata-santuario di Santa Maria della Misericordia. Proseguendo ancora in salita, si raggiunge a cavallo fra le valli del Metauro e del Foglia l'abitato di Mombaroccio (m. 311), interamente circondato dalle robuste mura quattrocentesche, per riprendere poi il percorso in senso inverso, non senza fare sosta presso l'antico convento del Beato Sante (m.393), autentico scrigno d'arte, tutto circondato da un bel bosco di querce, lecci, roveri e castagni. Rientrati a Calcinelli, si affronta il secondo percorso collinare, quello corrispondente al versante meridionale del Metauro, superando il fiume sul lungo ponte stradale e salendo a Montemaggiore al Metauro (m.197), vero e proprio balcone panoramico sulla bassa e media valle metaurense. Si prosegue poi lungo la provinciale che sale e scende lungo i crinali dei colli che separano la valle del Metauro da quella del Cesano e, passando per Piagge e San Giorgio di Pesaro (antichi castelli entrambi con relative cinte murate), si raggiunge l'abitato di Orciano di Pesaro (m. 249). Ben visibile quest'ultimo da lontano, con l'alto campanile e la torre del castello al cui interno è opportuno far tappa per visitare la splendida chiesa rinascimentale di Santa Maria Nuova, opera di Baccio Pontelli. Da lì si può rientrare a Calcinelli scendendo lungo la strada detta della Cavallara, non senza aver prima deviato fino a Barchi (m. 319) per osservare i suoi principali edifici d'epoca roveresca. Ripreso il viaggio lungo la superstrada, altra inevitabile tappa è il centro storico di Fossombrone, stretto fra i contrafforti dei monti delle Cesane e il ripido versante del colle dei Cappuccini. Cittadina caratterizzata dal fitto digradare dei tetti da cui emergono i campanili delle chiese maggiori e le facciate dei palazzi più nobili, prima fra tutte la mole distesa della Corte Alta dei Montefeltro e, più in alto, oltre la medioevale Cittadella, la sommità del colle di Sant'Aldebrando con i ruderi della rocca malatestiano-feltresca. Lasciata Fossombrone e raggiunta Calmazzo, si prosegue fino a Canavaccio dove la superstrada si interrompe per immettersi nella vecchia strada statale che, fiancheggiata sulla destra dai ricordati rilievi collinari delle Cesane, raggiunge il bivio da cui inizia la salita (5.5 km) che porta ad Urbino. Volgendo invece a sinistra lungo l'alta valle del Metauro si giunge prima a Fermignano, con la massiccia Torre delle Milizie, posta a protezione del pittoresco ponte a tre arcate sul fiume con la caratteristica cascatella a gradoni, per far poi tappa ad Urbania, l'antica Castel Durante (m. 273), graziosa cittadina ricca di monumenti, circondata per tre lati dal corso del Metauro e tutta cinta dalle antiche mura, lambite dal fiume, insieme con uno dei fronti del Palazzo Ducale, l'edificio dove finì i suoi giorni Francesco Maria II Della Rovere (1631). Urbania, dunque, con le sue numerose, belle chiese, compresa la Chiesa dei Morti con il suo macabro cimitero di mummie, e il cosiddetto Ponte dei Cocci sulle cui spallette i ceramisti lasciavano un tempo asciugare i vasi, piatti e scodelle modellati e dipinti nelle loro botteghe. Si tratta di uno dei territori dove un'antica tradizione vorrebbe sia stata combattuta la storica battaglia del Metauro (207 a.C.) che vide la sconfitta e la morte del cartaginese Asdrubale ad opera delle legioni romane di Claudio Nerone e Livio Salinatore. Oltre Urbania, risalendo ancora la valle del Metauro, si incontra poi, arrampicato su un colle con bella vista panoramica sulla vallata, l'antico castello di Peglio(m. 534) e si giunge a Sant' Angelo in Vado, l'antica Tiphernum Mataurense (m. 359), altra graziosa cittadina a guardia dell'antico guado fluviale, con le sue chiese e palazzi e il trecentesco Campanon, la severa torre civica, alta sul sottostante coevo Palazzo della Ragione. Sant'Angelo in Vado, una delle patrie del tartufo, insieme con tutta la zona dell'alto appennino pesarese. E verso l'appennino si sale infatti giungendo a Mercatello sul Metauro (m. 429); un'altra cittadina con bei monumenti come la medioevale chiesa di San Francesco con il Cristo Crocefisso di Giovanni da Rimini e il suo ricco Museo di tavole e polittici trecenteschi o come il maestoso Palazzo Gasparini, sede oggi del municipio, sovrastato da un'elegante altana. Ancora pochi chilometri e si conclude il percorso giungendo a Borgo Pace (m. 449), posta al centro della Massa Trabaria, la vasta zona appenninica da dove provenivano un tempo fino a Roma i tronchi d'albero (trabes) utilizzati per i tetti delle basiliche, fatti fluitare lungo il non lontano corso del Tevere. Qui il Metauro si divide nei due corsi del Meta e dell'Auro per raggiungere, oltre il confine con la provincia di Arezzo, le proprie sorgenti sull'Alpe della Luna.




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